Durante una sessione di monitoraggio del sito web del Comune di Milano sono capitato su una pagina dedicata al progetto Reinventing Cities: questa.
Descrive uno dei progetti raccolti sotto la sigla, in stile tipicamente radical-chic, “Reinventing Cities”. Il progetto in questione riguarda il quartiere di Crescenzago, che è nel Municipio 2 per il quale si candida Enrico Engelmann.
In quella zona c’è la caratteristica Chiesa di Santa Maria Rossa in Crescenzago e conoscendo piuttosto bene la zona abbiamo voluto approfondire, perché non ricordavamo ampie aree vuote edificabili da quelle parti e avevamo timore che il progetto comportasse la demolizione di qualcuna delle case antiche ancora presenti.
Confrontando la cartina visibile nel video di presentazione e la cartina di google maps dell’area ci siamo resi conto che la situazione è diversa, ma non meno grave e assurda: il progetto prevede infatti di dismettere il parcheggio di corrispondenza di Crescenzago e di costruirvi sopra dei grandi palazzi!
Che si tratti di un parcheggio di corrispondenza è un dato di fatto, in quanto è presente nell’elenco dei parcheggi di corrispondenza visibile sul sito web dell’ATM:
Furbescamente sulla pagina del sito web del Comune di Milano fanno ben attenzione ad omettere questo dettaglio, e scrivono genericamente:
“Come previsto dal bando, il progetto Green between trasformerà un’anonima e sottoutilizzata area di parcheggio in un quartiere ecologico di social housing. “
Che il Comune di Milano si senta in obbligo di sottolineare che si tratta di un parcheggio “anonimo“, già di per se dimostra la una certa malafede dal momento che è scontato che un parcheggio non possa mai essere “suggestivo” come un parco o il cortile di una villa signorile. Riguardo al fatto che sia poco utilizzato, la domanda da porsi dovrebbe essere “Come fare a renderlo più frequentato?”, tenuto conto che i proclami degli assessori e del sindaco sono sempre indirizzati a fare entrare meno auto a Milano. Del resto anche il PUMS e il PGTU prevedono di aumentare il numero dei posti auto dei parcheggi di corrispondenza e non certo di ridurlo.
Nel PUMS della Città Metropolitana di Milano il parcheggio di Crescenzago viene definito di interscambio per poli gestionali, scolastici e produttivi. Un parcheggio apparentemente di importanza primaria.
Ad un controllo spot in una mattina di un giorno feriale qualsiasi il parcheggio in questione è risultato sottoutilizzato rispetto alla capienza effettiva, ma di certo non vuoto.
Considerando che nelle strade adiacenti le macchine parcheggiate sono molte e che risulta pieno anche il parcheggio (gratuito) presente a fianco dell’entrata di quello di interscambio, la domanda da porsi è come mai il parcheggio di cui parliamo è così poco frequentato.
Le tariffe sono piuttosto economiche se considerate per un uso saltuario, ma forse non lo sono per un uso sistematico, visto che approssimativamente corrispondono all’ammontare da spendere per acquistare l’abbonamento ai mezzi pubblici.
Probabilmente se lo scopo reale fosse quello di invogliare la gente a lasciare l’auto in un parcheggio di periferia bisognerebbe renderlo ancora più conveniente, per lo meno per coloro che hanno l’abbonamento ATM. Anche perché si tratta di un parcheggio scoperto, non sorvegliato, totalmente privo di servizi accessori.
Va poi sottolineato che il parcheggio non è molto pubblicizzato e nemmeno particolarmente visibile, con l’entrata verso le strade di quartiere chiusa e senza alcun cartello che indichi dove si trova l’entrata aperta.
Un altro aspetto da considerare è che il parcheggio è aperto solo fino alle 20.00, un orario un po’ troppo limitato, tenuto conto che c’è chi lavora su turni, ma anche per ovviare ad imprevisti e ritardi che costringono a dello straordinario. Il parcheggio risulta del tutto inutile per coloro che vogliono fermarsi in città la sera.
Risulta evidente l’incoerenza di un’amministrazione che a parole afferma di voler invogliare più gente possibile a non entrare in centro con l’auto e poi dismette un parcheggio posto in posizione strategica che, per quanto poco utilizzato in questo momento, rappresenta comunque una risorsa importante che potrebbe venire molto utile in futuro proprio nell’ottica della politica di diminuzione del traffico che la giunta dice di volere perseguire.
Forse non si tratta di semplice incoerenza, di disonestà intellettuale. La giunta Sala elimina un parcheggio potenzialmente prezioso e lo fa non per crearvi una zona verde fruibile a tutti, ma per darla in pasto alla speculazione edilizia e all’ennesima cementificazione. Noi ci chiediamo perché questo progetto non è in linea con la tanto sbandierata attenzione al verde, all’ambiente e all’ecologia, ma è una semplice speculazione edilizia che non porta alcun giovamento alla città. Levare un parcheggio di intercambio per costruire case a noi pare piuttosto strano. Diverso se avessero costruito un parking multipiano conveniente e avessero dirottato qui parte del traffico proveniente dall’hinterland.
La giunta Sala in questa vicenda dimostra la falsità dei suoi proclami green che mutano a seconda delle convenienze particolari ed evidenzia un sottile disprezzo per i cittadini che abitano in periferia e per l’interesse pubblico a tutti i livelli:
- Elimina un parcheggio che potrebbe contribuire a ridurre le auto in ingresso a Milano se adeguatamente ottimizzato rispetto alla richiesta.
- Permette l’edificazione di nuovi palazzi, cosa che comporterà un aumento della richiesta di parcheggi, proprio quando il loro numero viene ridotto.
- In generale la giunta dismette un bene pubblico fruibile potenzialmente da tutti i cittadini per trasformarlo in un bene fruibile solo da pochi.
In tutto questo l’interesse della giunta può essere solo uno: incassare denaro tramite gli oneri di urbanizzazione. Fondi che invece di essere un vantaggio, magicamente si tramutano sempre in sprechi o alla creazione di installazioni impregnate di fuffa ideologica come le piazze tattiche o le assurde restrizioni delle carreggiate basate su inesistenti dati di incidentalità. Purtroppo la giunta Sala già in passato ha dimostrato di essere fortemente incline ad usare il denaro pubblico per acquistare consensi e imporre la propria ideologia di riferimento, quella ideologia pseudoambientalista il cui vero obiettivo è fornire una giustificazione accattivante alla trasformazione di Milano in una città su misura delle preferenze di pochi privilegiati a danno delle esigenze di tutti gli altri cittadini.
Ancora una volta si conferma che la strategia di fondo della giunta Sala è svendere i beni pubblici (che sono di tutti) a qualunque soggetto privato sia in grado di offrire in cambio qualcosa che sia strumentale a puntellare il proprio consenso e quindi il proprio potere. Tipicamente soldi, ma altre volte pubblicità, immagine e sostegno politico.