L’epidemia covid-19 che si sperava fosse arrivata alla fine con l’arrivo dell’estate ha purtroppo ripreso vigore e sempre più persone risultano infette.
Qualcuno afferma che il virus si è diffuso in estate a causa della della faciloneria degli italiani che hanno voluto divertirsi e riunirsi in bar e locali. La tesi non regge, perché la malattia ha un’incubazione di massimo due o tre settimane. E adesso siamo oltre metà ottobre. Per tutta l’estate è tutto rimasto basso, anche se la gente girava da Giugno almeno.
Qualcuno tira in ballo la scuola, ma anche questa è un’interpretazione che presenta delle debolezze: la scuola e chi la frequenta sono molto controllati e appena qualcuno risulta positivo vengono messe in atto delle misure drastiche per impedire la diffusione del virus.
Governo e amministrazioni locali amano poi accanirsi sulla vita serale e limitazioni di ogni genere vanno accumulandosi. Ma anche in questo caso vale l’obiezione: la vita serale è da metà Maggio che aveva ripreso a pieno regime o quasi. Eppure la curva dei contagi era rimasta bassa.
Perché non dare la colpa invece ai mezzi pubblici, a cui le persone accedono senza alcun controllo, per stare poi a contatto ravvicinato per periodi non sempre brevi, talvolta anche a contatto molto ravvicinato (pare che su alcune linee in orario di punta l’affollamento sia tornato a livelli molto vicini a quelli precovid, ovvero ci si avvicini molto alla condizione carro bestiame), in un ambiente chiuso con poco ricambio d’aria. Da notare che da inizio Settembre la capienza massima consentita è stata rialzata all’80%. che vuole in pratica dire alla capienza normale, specie considerando che dopo l’estate non si è più sentito parlare di controlli sul rispetto di tale limite. In pratica l’accesso ai mezzi pubblici dai primi di Settembre è tornato alla assoluta normalià.
Bisogna poi considerare che può capitare che sui mezzi pubblici salga anche chi non è al massimo della forma, perché al lavoro ci si deve andare anche quando si ha qualche piccolo acciacco!
Inoltre, diversamene da quanto avviene a scuola, si tratta ogni volta di persone diverse e che non si conoscono, così da non avere nessuna possibilità di controllo attivo.
Certo, tutti indossano la mascherina! Ma la mascherina chiururgica è più che altro una protezione contro gocce di saliva che vengono distribuite nell’ambiente mentre si parla, si starnutisce o si respira. La maschrerina chiurgica non è una protezione contro i virus in quanto tali, sia perché la sua capacità di filtraggio a livello di tessuto non è adeguata, sia perché in parte l’aria passa non filtrata sopra e sotto e ai lati (a seconda di come la si indossa). La mascherina chirurgica (quella obbligatoria per legge e per molte persone anche l’unica sopportabile a lungo) non è quindi in grado di fornire protezione in caso di virus in sospensione nell’aria.
E allora perché non porre l’accento sull’uso dei mezzi pubblici, che infatti già da prima della crisi covid erano universalmente noti come “un posto dove ci si ammala“?
Ovviamente perché i mezzi pubblici sono responsabilità non della gente, ma della classe politica. E quindi è meglio che si distolga da essi l’attenzione dell’opinione pubblica!
Una amministrazione che avesse avuto a cuore la salute dei cittadini dovrebbe quindi impegnarsi per permettere a più gente possibile di evitare i rischiosi mezzi pubblici, facilitando l’uso delle alternative più sicure. In subordine dovrebbe comunque cercare di aumentare il numero delle corse e delle vetture disponibili in modo da ridurre la densità degli utenti all’interno.
L’alternativa migliore al mezzo pubblico è quella del mezzo privato. L’auto privata offre la garanzia di viaggiare in un ambiente isolato e salubre, frequentato solo da se stessi o da persone note. Inoltre è un mezzo che tutti possono usare, anche chi ha problemi di deambulazione. E si può usare anche in caso di condizioni atmosferiche avverse senza il rischio di mettere a rischio la propria salute indipendentemente dal covid, perché in tutte le condizioni atmosferiche si viaggia all’asciutto e in un ambiente con temperatura ottimale.
Per chi può c’é anche la moto, ma è adatta solo a persone in buona forma fisica e non offre protezione in caso di brutto tempo.
Altre alternative sono poi ovviamente la bicicletta e le gambe, ma si tratta di alternative accessibili solo alle persone in salute e comunque adatte solo quando le distanze da coprire non sono eccessive, non ci sono cose pesanti o voluminose da trasportare e le condizioni atmosferiche sono adeguate.
Cosa ha fatto l’amministrazione Sala? Ha fatto l’esatto opposto di quello che si doveva fare!
Invece di attivarsi per permettere al maggior numero possibile di cittadini di viaggiare in sicurezza col proprio mezzo privato, o per lo meno investire tutti i soldi disponibili nel potenziamento dei mezzi, così di garantire corse più frequenti e meno affollate, ha utilizzato il coronavirus come pretesto per un vero colpo di mano attraverso cui far dilagare per Milano, dopo il coronavirus, l’ideologia distopica dell’ecologismo militante che vede nel mezzo privato a motore il male assoluto (ma dietro alla quale si nasconde il più concreto obiettivo di rendere la città, e in particolare le sue parti migliori, pienamente fruibile solo ad una elite di cittadini).
Invece di rendere l’uso del mezzo privato più facile o, per lo meno, adeguare il più possibile il servizio pubblico alle nuove esigenze di distanziamento fra i passeggeri, Sala e la sua giunta si sono attivati unicamente per renderne l’uso del mezzo privato sempre più difficile in parti sempre più grandi della città. Ciò sia attraverso opere urbanistiche tristi e squallide note col termine di “urbanistica tattica”, sia attraverso la creazione di assurde piste ciclabili con conseguente dimezzamento della carreggiata proprio su alcuni dei più importanti assi viari di Milano, sia attraverso l’ulteriore eliminazione di centinaia di posti di parcheggio in strada. Grandi quantità di soldi pubblici spesi quindi per creare costi aggiuntivi a chi a Milano vive o lavora, per creargli disagi, per impedirgli di viaggiare in sicurezza!
La risposta a chi esprime perplessità? Usare la bicicletta o il monopattino. Anche quando diluvia come nei giorni scorsi???
Già il 12 Giugno è stata poi riattivata l’AreaC, perché il rischio che i cittadini si riabituassero ad accedere liberamente al centro andava assolutamente sventato. Ma il 12 Giugno almeno c’era la scusa che l’emergenza coronavirus sembrava stesse terminando.
La riattivazione dell’AreaB è invece avvenuta qualche giorno fa, il 15 Ottobre, in piena risalita contagi, proprio e soprattutto a Milano!
Che la giunta Sala costringa in questo modo un sacco i gente che non ha i soldi per un auto ultimo modello a dover scegliere fra prendersi la polmonite normale pedalando anche sotto la pioggia o rischiare quella covid in metropolitana o sugli autobus è una cosa vergognosa e la riattivazione dell’AreaB rimarrà su questa giunta come un marchio di infamia indelebile e come una dimostrazione chiara e incontrovertibile del disprezzo dimostrato da essa per i milanesi e per chi viene in città a lavorare.
Ma del resto Beppe Sala e la ristretta elite ecochic che lo sostiene dei mezzi pubblici se possono fregare. Loro certo non li usano!
Traspare nitido il cinico classismo (mascherato dietro un ipocrita amore per l’ambiente espresso sempre ad alta voce ma mai praticato nel concreto) di questa giunta e delle forze politiche che la sostengono: da una parte massima attenzione alle richieste della elite che abita in centro, preoccupata di vedere la propria zona “violata” e “invasa” da coloro che in centro vengono per lavorare o per visitarlo, dall’altra totale disprezzo per le esigenze di tutti gli altri milanesi e di tutti gli altri frequentatori della città, trattati ancora una volta più da sudditi che da cittadini. E questo, tra l’altro, malgrado Beppe Sala sia anche sindaco della città metropolitana, istituzione che ancora una volta si dimostra essere niente altro che una bella espressione dietro cui non vi è nulla di concreto.
MuoverMi il 26 febbraio chiese la sospensione di AreaC e AreaB, chiese inoltre la sosta libera sulle strisce blu fino alla fine dell’emergenza. La giunta, solo a seguito di un video diventato virale, accolse queste istanze portate avanti anche dai partiti di opposizione.
A luglio il comune decideva di chiudere area C e il 15 ottobre area B imponendo i costi ai cittadini. MuoverMi, ancora una volta in anticipo su tutti, ai primi di ottobre ha chiesto nuovamente di sospendere area C, di non chiudere area B e di lasciare la sosta libera sulle strisce blu. Richieste che oggi porta avanti l’opposizione. Tutto questo per evitare il diffondersi del contagio permettendo ai cittadini e ai lavoratori di poter scegliere il mezzo con cui spostarsi senza dover pagare balzelli di stampo medievale.