La zona di via Venini, in particolare il suo troncone nord a partire da piazza Morbegno, è una delle zona maggiormente danneggiate, dal punto di vista della viabilità e della funzionalità in generale, dagli interventi urbanistici messi in atto negli ultimi anni dalla giunta Sala.
Partendo da piazza Morbegno si nota innanzi tutto che, grazie alla cura del verde di una giunta che blatera di piantare millemila alberi, le aiuole della piazza offrono uno spettacolo ben misero, alcune completamente invase da alte erbacce, altre coperte da erba secca con al centro piante di rose che cercano di sopravvivere malgrado tutto.
Tutta la via Venini appare molto disordinata, con la parte centrale asfaltata e le parti laterali che conservano il pavet o addirittura i sampietrini. Il punto di raccordo fra il troncono nord e piazza Morbegno, però, grazie agli orridi (e pericolosi, oltre che non a norma) blocchi di cemento gialli che delimitinano l’inizio della ciclabile eccelle, con incontro tra asfalto, pavet, sampetrini e accumulo di sporcizia ed erbacce.
La sciatteria estrema dell’attuale amministrazione si manifesta anche attraverso dettagli che non sono esclusivi della zona in esame, ma che comunque sono in essa ben rappresentati. E’ il caso, per esempio, dell’uso di tappare falle nelle parti a sampietrini usando colate di asfalto, invece di sostituire le pietre mancanti.
Da notare che la ciclabile percorre peraltro solo la metà nord di via Venini, per una lunghezza di ben 170 metri. In compenso con la sua larghezza fa sì che diventa praticamente impossibile superare i tram che percorrono la via, così che in caso di presenza di tram anche i mezzi di emergenza e di soccorso sono obbligati a rimanere in coda.
Per impedire il parcheggio sulle strisce pedonali queste (ma solo in alcuni casi) sono “protette” da orrendi manufatti modulari di colore giallo inchiodati sulla carreggiata. Gli stessi sono stati utilizzati anche per marcare le svolte. Tutta roba non a norma, pericolosa già di suo perché la sua presenza non è prevedibile a priori, e che tende a venire divelta dai veicoli che li urtano, così da diventare ancora più pericolosi per pedoni, ciclisti e motociclisti, in quanto offrono occasione di inciampo e pezzi metallici liberi. Invito tutti a considerare che pericolo possono rappresentare simili strutture quando è buio, oppure piove molto e l’acqua che ristangna (altra costante nella Milano di Sala) le rende ancora meno riconoscibili.
In effetti tutte le modifiche urbanistiche attuate non possono che venire definite pessime e dannose sotto ogni punto di vista: dal punto della sicurezza, dal punto di vista della funzionalità (creazione di restringimenti fonti di rallentamenti e di ingorghi), dal punto di visto estetico, come si può vedere nelle foto.
Un discorso a parte lo merita piazza Spoleto, che è stata totamente stravolta. Dal punto di vista funzionale perché gli attraversamenti lungo varie direttrici sono stati resi impossibili, dal punto di vista estetico in quanto trasformata in una specie di scalcinata area ristoro di un parco divertimenti di quarta categoria..
Sgradevole pugno nell’occhio appena realizzata, per via dei colori osceni e del disegno ad aree geometriche senza senso, oggi a predominare è la sciatteria e lo squallore, con la pittura dell’asfalto scolorita e sporca e i tristi vasi di metallo imbrattati e trasformati in cestini per i rifiuti. E alla faccia delle altisonanti dichiarazioni ai mass media, secondo le quali la “riqualificazione” della piazza doveva servire anche ad aumentare la sicurezza in considerazione che su di essa si affaccia una scuola, la realtà è totalmente opposta: la nuova sistemazione moltiplica le situazioni pericolose:
– l’installazione di due tavoli da ping pong crea la pericolosa evenienza che qualcuno si trovi ad inseguire la pallina in mezzo al traffico.
– la creazione di una zona di relax proprio in mezzo al traffico aumenta la probabilità che un bambino faccia qualche passo nella direzione sbagliata arrivando a trovarsi in mezzo alla corsie (e infatti l’ultima foto raffigura proprio questo caso, con un bambino che era finito a trovarsi a camminare in mezzo alle corse del tram, mezzo peraltro che fatica a frenare e che quindi è ancora più pericoloso delle auto).
– last but not least, non si può escludere che un veicolo che non si aspetta di trovarsi la piazza occupata da un area pic nic tiri dritto e investa qualcuno.
In ultimo segnaliamo che non è solo via Venini ad essere stata colpita. Qui, per esempio, due foto di via Martiri Oscuri in corrispondenza con il suo incrocio con viale Monza. Si nota la presenza dei soliti blocchi di cemento gialli, utilizzati per delimitare una pista ciclabile (contromano) di appena qualche decina di metri. In più, a fianco di essa, è stato previsto il parcheggio per le moto.
In pratica l’unico effetto di tale struttura è quello di creare un collo di bottiglia in corrispondenza dell’incrocio, a rendere impossibile a mezzi di sicurezza e di soccorso di farsi strada in caso di necessità, ove ci fossero più auto in fila. Una modifica urbanistica assolutamente demenziale nella migliore delle ipotesi, quindi,
Riassumendo, via Venini e l’area intorno ad essa rappresentano una testimonianza chiara e lampante di come l’ideologia della giunta Sala in campo urbanistico porti solo a moltiplicare i disagi e pericoli per i cittadini, oltre che gli sperperi di denaro pubbilico.
Luca
Piazza Spoleto è purtroppo solo una delle tante piazze e vie chiuse in tutto o in parte al traffico dagli interventi di “Urbanistica tattica ” del Comune. Un anno fà ce n’erano già una quarantina, oggi saranno sicuramente molte di più. E altre sono in arrivo (piazzale Loreto su tutte). Purtroppo non si tratta di iniziative isolate, E c’è un piano ben preciso in corso di realizzazione, che ha già portato a introdurre zone con limite di velocità a 30 km orari su circa il 10% della città. Quello che disturba più di tutto è la falsità con cui queste opere sono spiegate e giustificate ai cittadini. Infatti limitare la velocità in prossimità delle scuole negli orari di ingresso e uscita degli studenti è prudente e senz’altro condivisibile. Ma questo si può farlo inviando vigili urbani o ausiliari del traffico davanti alle scuole negli orari opportuni. Quando invece la limitazione dura tutto il giorno e copre una serie di vie intorno a ogni scuola, è evidente che il vero obiettivo è rendere difficile, quando non impossibile, la circolazione delle auto private. E sono già arrivate le prime nuove zone con limite a 15 km orari, praticamente a passo d’uomo. Forse si ritiene che in questo modo le auto spariranno come per magia. ma questa è una pia illusione. Chi si muove in auto per Milano, al giorno d’oggi, lo fà perchè è obbligato. Molti automobilisti sono anche ciclisti. Ma quando piove, fà freddo, si devono trasportare pesi, si è anziani, la bicicletta non è una opzione praticabile. E poi ci sono quelli che sono costretti a usare l’auto per lavoro, come idraulici, elettricisti, addetti alle consegne..
Ci sono le ambulanze, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco. Tutti che si muovono sempre più lentamente.
E, dulcis in fundo, quando la sera si ritorna a casa stanchi dal lavoro, è sempre più difficile parcheggiare perchè migliaia di parcheggi sono stati eliminati da queste meravigliose riqualificazioni, Ma non possiamo buttare via le auto, solo perchè il Comune ha deciso di eliminare i nostri parcheggi!