Via Vittor Pisani è una delle vie più larghe di Milano, è dotata di marciapiedi enormi (21metri di larghezza per lato in molte tratti) e addirittura di portici assai ampi per una parte importante della sua lunghezza. Collega inoltre due punti nevralgici della città (piazza della Repubblica e la Stazione Centrale) e si trova a ridosso del centro. Sarebbe quindi una via perfetta per attrarre attività di ogni genere. Tanto più che molti palazzi sono di uffici e quindi anche eventuali locali serali non darebbero particolarmente fastidio, sicuramente meno che in altre zone di Milano dove ve ne è un’alta concentrazione, per esempio il densamente abitato corso Garibaldi, tanto per citare un caso di recente di nuovo alla ribalta.
Eppure i locali e le attività in via Vitttor Pisani fanno fatica ad attecchire. I locali che vengono aperti vivacchiano e dopo un po’ chiudono. In compenso, gli ampi portici diventano nella stagione fredda un dormitorio per senza tetto.
Via Vittor Pisani e la zona intorno ad essa ha infatti un grosso handicap: i parcheggi sono assolutamente insufficienti. Sono stati tutti eliminati in passato per fare posto a due piste ciclabili (una per senso di marcia) che avrebbero benissimo venire realizzate sui marciapiedi, vista la loro enorme dimensione.
Il problema è accresciuto dal fatto che successivamente sono stati eliminati anche tutti i parcheggi nel primo tratto verso il centro della via (inizialmente risparmiato dalle ciclabili) e in viale Tunisia (traversa di via Vittor Pisani), anche in questo caso per fare posto a due piste ciclabili, peraltro costosissime e realizzate malissimo.
Un esempio molto chiaro del fatto che ostacolare il traffico veicolare a motore con la scusa di facilitare l’uso della bicicletta non renda affatto a priori la zona interessata più attraente e vivibile, ma anzi spesso scoraggi la sua fruizione, anche in presenza delle migliori potenzialità.
E colgo l’occasione per ricordare che la mancanza di parcheggi non solo allontana una parte dei possibili clienti, ma rende anche più oneroso (e quindi più costoso) il rifornimento delle attività presenti. Diversamente da quanto sembrerebbero pensare Sala, Granelli, Maran e troppi altri, la merce non cresce sugli scaffali dei negozi, ne’ vi può arrivare per teletrasporto, ma deve venirvi trasportata con furgoni e furgoncini, che da qualche parte devono potersi fermare, possibilmente senza dover cercare per un’ora e possibilmente non ad un km di distanza, perché poi la merce va portata a piedi e spesso pesa.
Gli enormi marciapiedi cui è stata aggiunta la pista ciclabili e, in ulteriore aggiunta, un marciapiede di distanziamento dalla carreggiata per gli altri veicoli.
E’ evidente che l’aggiunta di una ciclabile in aggiunta al marciapiede era assolutamente non necessaria.
Via Locatelli, traversa di via Vittor Pisani, chiusa e pedonalizzata a creare un’ulteriore spazio vuoto e inutile.
La ciclabile è dotate di complesse svolte a sinistra.
Nel primo tratto di via Vitttor Pisani, partendo dal centro, fino a poco tempo fa esistevano ancora degli spazi per parcheggiare, ma sono stati tutti eliminati per creare una ciclabile che anche lì avrebbe potuto trovare posto sul marciapiede.
Esempio di fruizione della via, resa più vivibile dalle ciclabili, nel primo tratto di via Vittori Pisani verso il centro.
Da notare che la sacra pista ciclabile in direzione Stazione Centrale, prima dell’incrocio con via San Gregorio tutto di colpo si interrompe fino all’incrocio. Non è ben chiaro perché ci sia il cordolo prima, allora, o perché non ci sia dopo.
Da notare anche che sul lato verso la Stazione Centrale la ciclabile è separata dalla carreggiata vera e propria quasi sempre da un semplice cordolo, invece che da un marciapiede come sull’altro lato.
Da notare che, a spot, in alcuni punti, sono presenti dei mini controviali dedicati al parcheggio (solo per motoveicoli, però). Ciò dimostra che in effetti, come tale, un marciapiede così largo non era assolutamente necessario.
Gianni
Che il trio sa-gra-mar sia una dannazione per Milano ed i milanesi è ormai acclarato. Non capiscono alcunché di traffico e di mobilità. Hanno rovinato la vita di troppi ed è ora che vadano via da Milano.
Luca
La situazione di via Vittor Pisani ricorda un pò quella di Viale Sardegna. Anche qui hanno fatto una pista ciclabile (in questo caso, con la formula low-cost ma pericolosissima delle strisce dipinte sull’asfalto) che riduce da due a una le corsie per le auto. Dato che in viale Sardegna i marciapiedi sono larghissimi (8 metri su ciascun lato), e potrebbero ospitare tranquillamente le ciclabili, è evidente che con la scusa delle ciclabili (contro cui non ho niente, anch’io come molti sono sia ciclista, sia automobilista) il vero obiettivo è ostacolare la circolazione. E viale Sardegna è solo il tratto terminale di una serie di vie a grande scorrimento, rovinate dalle ciclabili. Partendo dalla tangenziale ovest, c’è inizialmente una larghissima strada a tre corsie, che finisce in un tragico imbuto appena si imbocca il percorso via Zurigo-viale Legioni Romane-viale Caterina da Forlì-viale Sardegna. Percorso quasi interamente fiancheggiato da piste ciclabili quasi sempre deserte. In viale Sardegna c’è la caserma dei vigili del fuoco, e ostacolare lì la circolazione non è una scelta politica, è una scelta scellerata.