In un post su Facebook l’assessore Marco Granelli si vanta della creazione, entro il 2022, di una nuova ZTL che corrisponderà all’intero quartiere Isola:
Al di là dei consueti punti (creazione continua di nuovi disagi alla mobilità privata a motore, eliminazione di parcheggi, scempi estetici dell’urbanistica tattica, etc…), il post si presta bene ad illustrare il vero senso di uno dei nuovi cavalli di battaglia della giunta Sala e delle forze politiche che sostengono la sua ricandidatura: la città a 15 minuti, alias la città di prossimità.
Perché quando si devono fare valutazioni sulle dichiarazioni degli esponenti di punta della giunta Sala, specie quando si tratta di urbanistica e mobilità, bisogna sempre tenere conto che esiste un doppio livello: uno esplicito, che corrisponde a pura propaganda, ed uno implicito, che corrisponde al vero senso delle loro dichiarazioni, ma che di solito non solo non è palese, ma è perfino radicalmente divergente rispetto al senso apparente di facciata.
Da notare che la comunicazione è strutturata in modo che i due significati non siano opposti in senso stretto. Quello che viene affermato raramente è fattualmente falso (avviene anche questo, ma su singoli punti specifici, non tanto a livello di comunicazione strategica), però suggerisce alla controparte una cosa che non c’entra niente con quello che si ha intenzione in realtà di realizzare. La strategia è quella di creare una narrazione accattivante in grado di sedurre la pubblica opinione e dietro alla quale nascondere i veri obiettivi, tutt’altro che accattivanti, se non per una ristretta elite.
Come viene presentata la “città a quindici minuti”?
Essa viene descritta come una città in cui non c’è bisogno di spostarsi per più di 15 minuti, perché tutto è a portata di mano. La promessa, insomma, è quella che si potrà fare una vita comoda e facile, come quando si va al mare in riviera romagnola e la macchina la si può dimenticare per tutto il tempo della permanenza!
A parte il fatto che non viene mai specificato se si tratta di 15 minuti in moto, coi mezzi, in bicicletta o a piedi con le gambe di un giovane in piena forza fisica o con quelle di una persona anziana che si sposta a fatica. Non si capisce come possa essere possibile che chi abita in uno dei quartieri dormitorio malserviti della periferia possa sperare di avere nelle immediate vicinanze tutti i servizi di cui gode chi abita in una zona centrale a vocazione commerciale.
Ma il punto è che l’obiettivo reale è tutt’altro! E la creazione della ZTL Isola permette di comprenderlo alla luce di un esempio pratico.
Il quartiere Isola si caratterizza ormai da vari anni per la presenza di numerosi bar, ristoranti e locali notturni. Sono loro il servizio principale della zona.
Ma allo stesso tempo il quartiere Isola è anche un quartiere elegante, abitato da gente di un certo livello economico e sociale.
Cosa cambierà con l’istituzione della ZTL?
E’ molto semplice: i servizi principali della zona, ovvero i locali, diventeranno fruibili ai residenti in maniera prevalente fino a mezzanotte circa (l’orario di chiusura delle metropolitane), in maniera esclusiva dopo tale orario.
Impedendo infatti di poter accedere con un mezzo a motore a partire dalle 20, una parte importante delle persone di tutte le età rinunceranno a frequentare il quartiere dopo tale orario perché non avranno voglia di usare i mezzi oppure di sperare di trovare un parcheggio ai confini del quartiere e poi scarpinare, magari sotto la pioggia, per raggiungere la meta.
Dopo la chiusura delle metropolitane (in pratica l’unico mezzo che garantisce spostamenti passabilmente efficienti e confortevoli negli orari serali e notturni) i residenti della zona avranno l’uso esclusivo dei locali della zona. Per una persona che abita dall’altra parte di Milano sarebbe infatti impossibile tornare a casa in un tempo ragionevole, non potendo avere lì il proprio mezzo ed essendo i mezzi pubblici ancora attivi dopo mezzanotte assolutamente inefficienti e lenti.
Ecco dunque realizzata, per i residenti del quartiere Isola, la città a 15 minuti! Che per loro significherà potere godere in maniera prevalente o esclusiva, a seconda dell’orario, dei servizi presenti nel quartiere!
La ratio della città a 15 minuti non è quindi quella di facciata di permettere a tutti di vivere come quando si è al mare, ma di garantire la segregazione sociale, ovvero garantire che le zone migliori della città siano accessibili a quelli che abitano nelle altre zone solo quando fa comodo, come fa comodo e per fare quello che fa comodo. Si vuole che le zone chic siano accessibili da chi non vi abita solo per venirci a lavorare, negli orari che fa comodo e con i mezzi che si decide vanno bene.
La città a 15 minuti è un sistema furbo per rendere le parti di Milano dove abita l’elite non liberamente raggiungibili da coloro che non fanno parte di tale elite senza bisogno di costruire muri o barriere fisiche che renderebbero la segregazione palese come in certe città del terzo mondo.
La narrazione della città a 15 minuti permette inoltre addirittura di perseguire lo scopo desiderato con il consenso attivo di coloro che ne saranno colpiti, abbindolandoli con la prospettiva di qualcosa che nessuno di coloro che propugnano la città 15 minuti ha neanche la più vaga idea di realizzare nella realtà!
E del resto, anche la famigerata Area C, la gran parte delle ZTL e delle pedonalizzazioni, quale altro scopo hanno permesso di raggiungere, se non quello di rendere parti sempre più grandi di Milano non pienamente accessibili e fruibili a coloro che non abitano lì? Nota: Vi siete mai chiesti come mai l’orario della metropolitana non è mai stato prolungato oltre mezzanotte e mezza, quando in tutte le principali metropoli europee rimane aperta molto più a lungo? Da notare che la linea più automatizzata, la 5, chiude addirittura prima delle altre, invece che dopo.
Se rimanessero aperte più a lungo il sistema di “segregazione funzionale” verrebbe compromesso, permettendo per esempio di frequentare il centro in orario notturno anche a chi abita lontano dal centro, mentre adesso dopo la mezzanotte si trasforma in una sorta di grande cortile condominiale di coloro che vi abitano, con i (pochi) locali frequentati praticamente solo da giovani e giovanissimi della zona e da qualche turista.
Che sia perché i residenti non hanno nessuna voglia che il centro dopo una certa ora sia frequentabile anche da coloro che abitano in periferia?
GB Sabatelli
Gli hanno prorogato la vita ancora per sei mesi, purtroppo. E quanti saranno i danni in questo frattempo?