Il Comune di Milano giorni fa ha ufficializzato la decisione di offrire agli esercenti di occupare gratuitamente con strutture a carattere temporaneo (facilmente rimovibili) spazi pubblici seguendo un iter fortemente semplificato e utilizzando anche aree normalmente interdette all’installazione di strutture, sia fisse che temporanee, come il suolo su piazze, strade, aree a verde, marciapiedi, aree dedicate alla sosta e zone pedonali.
La cosa viene presentata come un prezioso aiuto al commercio, in crisi a causa del blocco forzato a causa dell’emergenza Coronavirus. Ma è veramente così?
Qui vogliamo portare l’attenzione su un aspetto, quello temporale. Infatti, viene chiaramente spiegato che si tratta di una “disciplina speciale e transitoria, in vigore fino al 31 ottobre”. Questo punto è estremamente rilevante, al lato pratico.
E’ vero che la normativa speciale si riferisce a strutture temporanee. Ma consideriamo alcuni punti:
- Siamo oltre la metà di Maggio. E’ chiaro che nessuna struttura verrà installata fino alla fine del mese, fra il tempo per creare il progetto, ottenere l’autorizzazione, procurarsi il materiale. Questo significa che si parla di un periodo, fino a prova contraria, di max 5 mesi. Con dentro però Agosto, che sicuramente sarà un mese molto morto, perché chi potrà andrà comunque in vacanza e di turisti ce ne saranno pochi (se ce ne saranno) e Ottobre, che può facilmente essere già così freddo (in tutto o in parte) da rendere poco fruibili gli spazi all’aperto.
Il periodo in cui si potrebbero avere buone probabilità di sfruttare efficacemente l’attrezzatura sarebbe quindi di soli tre mesi. - Le strutture saranno necessariamente da acquistare, dato che un periodo di 5 mesi è troppo lungo per permettere un noleggio, sia perché il prezzo non sarebbe conveniente, sia perché vi sarebbero troppe probabilità di vedere le strutture danneggiate in modo tale da non essere più adatte ad ulteriori noleggi (con la conseguente necessità di rifondere il danno al noleggiatore).
In sostanza si vorrebbe che gli esercenti, già privi di denaro, quando non oberati da debiti, spendessero centinaia o migliaia di Euro per attrezzature che poi potrebbero sfruttare per un tempo assai breve. Perché dal 31 Ottobre potrebbe benissimo essere che gli spazi occupati tornino a non essere più disponibili (anzi, in teoria dovrebbe proprio essere così)!
C’è poi da considerare lo stoccaggio di tali attrezzature. Se anche in alcuni casi esse potrebbero di notte essere lasciate all’aperto assicurate da catene (come avviene nelle località di mare) in altri dovrebbero venire riportate al chiuso ogni notte. E non è detto che un locale abbia spazi sufficienti. Certo, in condizioni normali, sapendo di poter sfruttare le strutture acquistate per un periodo indefinito, un esercente potrebbe cercare ed affittare spazi appositi. Ma è chiaro che l’incertezza del periodo in cui ammortizzare l’investimento rende impraticabile tale strada.
Peggio ancora lo stoccaggio a lungo termine: in tal caso il possesso di spazi appositi diventa imprescindibile. Unica alternativa, assumere di svendere alla fine del periodo le attrezzature acquistate appena pochi mesi prima e rendere così l’investimento ancora più a rischio.
Per come è congegnata, la misura decisa dalla giunta Sala non si configura quindi affatto come una grande opportunità, in particolare per i piccoli esercenti dotati di pochi capitali e pochi spazi. Al massimo potrebbe essere un’opportunità per grandi esercenti e, meglio ancora, per catene di negozi (per esempio Eataly, Mc Donald, Starbucks), in grado di farsi finanziare dalle banche e di riciclare altrove, dopo il 31 Ottobre, le attrezzature utilizzate, o di stoccarle in magazzini di cui sicuramente dispongono.
Riassumendo, la misura del comune è in realtà una presa in giro:
- O verrà mantenuto il termine del 31 Ottobre, e allora è una presa in giro per gli esercenti, cui viene offerta un’opportunità farlocca che avvantaggerà ancora di più i pochi grandi e le catene internazionali a danno dei tanti piccoli.
- Oppure il termine del 31 Ottobre verrà tolto, e allora a venire presi in giro saranno i cittadini di Milano e tutti coloro che lavorano a Milano, che con la scusa del Coronavirus vedranno la mobilità cittadina irrimediabilmente e irreversibilmente compromessa, con ulteriori gravi disagi e danni economici. Purtroppo questo secondo caso appare quello più probabile, in quanto più in linea con la politica dell’attuale amministrazione.
Ancora una volta si constata quindi che l’amministrazione Sala non perde occasione per avvantaggiare pochi a danno di tanti. Tutto ciò con grande furbizia, presentando sempre ogni nuova misura non per quello che è veramente, ma nascondendo i veri fini dietro obiettivi di facciata apparentemente condivisibili.